Ieri pomeriggio il mio vecchio amico a quattro zampe (un bel cane di taglia grande, nero con macchie marroni su zampe e muso) è arrivato alla fine della sua vita, dopo undici anni e mezzo. Visto che negli ultimi giorni aveva dato segni preoccupanti, rifiutando il cibo, ed essendo praticamente diventato miope, forse addirittura cieco, mi ero preparato all'idea che non sarebbe vissuto oltre la settimana. Se n'è andato in modo relativamente sereno, comunque silenziosamente perché né io né mia madre ci siamo accorti di nulla, e quando siamo andati a vedere cosa stava facendo lui era già spirato. E' stato un colpo improvviso, visto che mezz'ora prima era vivo, ma non è che si possa decidere il momento in cui morire.
Dopo averlo visto crescere, pensare che non ci possa essere più è una sensazione strana e dolorosa. Non ho esternato i miei sentimenti con lamenti singhiozzati e lacrime, come ha fatto mia madre quando ha visto il suo corpo. E' radicato in me una sorta di rifiuto al mostrare la mia sofferenza, comunque qualche lacrima l'ho versata anche io, quando non c'era nessuno intorno a me, e sento nel petto un peso che si rafforza quando penso al mio vecchio amico. Comunque, questo è il ciclo della vita: si nasce e si muore, per accedere poi a qualcosa di nuovo. Sono cristiano e credo nell'Aldilà, ed è mia convinzione che esso esista anche per gli animali. Rocky mi mancherà sempre, ma pensare in questo modo mi fa stare meglio.
Dovranno passare probabilmente diversi anni prima che prenda in considerazione di adottare un altro animale domestico. Rocky è stato il primo, e per me insostituibile, e al momento ho tanti di quegli impegni che accollarmi l'allevamento di un cucciolo sarebbe controproducente, per me ma soprattutto per lui, perché non riceverebbe le attenzioni di cui ha bisogno. Forse in futuro, non si può mai dire.
Ma adesso, tenendo il ricordo del mio vecchio amico nel cuore, continuerò ad andare avanti con la mia vita.
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